Il fondo comune di investimento

Le soluzioni proposte dall’Europa alle varie situazioni di crisi verificatesi negli ultimi anni sono state diverse ed hanno colpito i risparmiatori in modo diverso.

In particolare per la Grecia sono stati colpiti i detentori di titoli di stato, per il caso Cipro sono stati colpiti i detentori di conti correnti e di bond bancari, per il caso della banca olandese Sns sono stati colpiti i detentori di bond bancari, così come successe qualche anno fa per i detentori di bond bancari delle banche irlandesi (allegato:Colpo di mano della Sns).

Il «rischio controparte» diventa il principale problema di ogni investitore. Questo si può eliminare o quanto meno ridurre al minimo attraverso un’adeguata diversificazione.

Attualmente gli italiani detengono il 30% circa della propria ricchezza finanziaria in strumenti bancari (bond, conti correnti e conti di deposito).

Anche se non ci dovessero più essere nuove crisi, cosa auspicabile, ma poco probabile, è opportuno aumentare la diversificazione riducendo il peso di prodotti bancari puri (conti deposito e obbligazioni bancarie). La concentrazione oggi è troppo elevata.

Ma come fare per ridurre la concentrazione?

Attraverso i fondi comuni di investimento.

La legge definisce il fondo comune di investimento come patrimonio autonomo, distinto dal patrimonio sia della S.G.R. che della banca depositaria (con gli assets del fondo posti in conti segregati).

Il fondo comune è “obbligato alla diversificazione del portafoglio e quindi alla minimizzazione del rischio controparte/emittente”.

Conforta rilevare che qualche cosa si sta muovendo. Negli ultimi due anni solo gli investimenti in fondi comuni e sicav sono aumentati (allegato: Investimenti degli Italiani).

[email protected]

Fondo-comune-dinvestimento fondicomununiintro Diversificazione

 

 

Pubblicato da Massimo Baroni

Consulente Finanziario presso Azimut Co-Founder Unicorn Trainers Club www.unicorntrainers.it