Un bagno di realtà, da tradurre in pratica!

Mi è molto piaciuto il discorso di quest’anno del Presidente della Consob Giuseppe Vegas, soprattutto nella parte relativa alla “Tutela degli Investitori”.  Riporto di seguito alcune parti:

“Il passaggio da un sistema finanziario incentrato sulle banche a un sistema dove i mercati hanno un ruolo crescente, impone un rafforzamento della tutela degli investitori. Ciò proprio in quanto si determina un rapporto diretto tra l’investitore e l’impresa, non intermediato da un istituto bancario.”

“In un contesto di bassi tassi di interesse, la ricerca di rendimenti elevati può indurre i risparmiatori a sottoscrivere prodotti altamente complessi e opachi. Gli investitori non professionali non sempre sono in grado di valutare appieno la congruità del pricing e il profilo di rischio di questo tipo di prodotti.”

La CONSOB ritiene (vedi: Comunicazione sulla Distribuzione di Prodotti Finanziari Complessi ai Clienti Retail del 22/12/2014)  che, fra le tipologie di prodotti a complessità molto elevata, quelli di seguito riportati non siano normalmente adatti alla clientela al dettaglio (c.d. retail):
i. prodotti finanziari derivanti da operazioni di cartolarizzazione di crediti o di altre
attività;
ii. prodotti finanziari per i quali, al verificarsi di determinate condizioni o su iniziativa dell’emittente, sia prevista la conversione in azioni o la decurtazione del valore nominale;
iii. prodotti finanziari credit linked;
iv. strumenti finanziari derivati di cui all’art. 1, comma 2, lettere da d) a j) del TUF
non negoziati in trading venues, con finalità diverse da quelle di copertura;
v. prodotti finanziari strutturati, non negoziati in trading venues, il cui pay-off non
rende certa l’integrale restituzione a scadenza del capitale investito dal cliente.

Mi duole osservare che la comunicazione di cui sopra sia tardiva, in particolare per quanto attiene al punto ii. Alcune banche non quotate infatti  hanno collocato alla propria clientela, solo alcuni mesi prima della comunicazione Consob, delle obbligazioni convertibili in azioni su iniziativa della banca stessa. Successivamente all’emissione, le banche stesse hanno convertito in azioni le obbligazioni, per rientrare nei parametri richiesti dalla BCE. Quest’anno poi il valore delle azioni di queste banche non quotate è stato svalutato. Difficile immaginare che gli acquirenti di dette obbligazioni fossero veramente al corrente di quello che stavano acquistando!

Ecco allora che si ritorna sull’argomento dell’educazione finanziaria, che come giustamente dice Vegas “rappresenta uno degli elementi portanti della strategia di protezione degli investitori”. Purtroppo su questo fronte c’è molto da fare, come evidenziato dai seguenti grafici (fonte: Consob, Relazione annuale 2014, del 31/03/2015):Come investono italiani_conoscenze 01

 

Come investono italiani_conoscenze 02

 

Come investono italiani_conoscenze 05Certo, “una politica pubblica di educazione finanziaria contribuisce a rendere consapevoli i risparmiatori delle loro scelte d’investimento e dei rimedi in caso di truffe e raggiri”, ma penso che sia necessario anche un maggiore impegno degli investitori per auto formarsi e per “svincolarsi” da convinzioni non veritiere in tema di investimenti, nell’attuale contesto di mercato.

Insomma: un bagno di realtà, da tradurre in pratica!

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Pubblicato da Massimo Baroni

Consulente Finanziario presso Azimut Co-Founder Unicorn Trainers Club www.unicorntrainers.it