Quali sono i limiti di sostenibilità del debito pubblico?

Il debito pubblico di uno Stato è sostenibile se lo Stato ha la capacità di  fare fronte puntualmente al pagamento degli interessi, al rimborso dei titoli di Stato a scadenza ed al pagamento degli altri debiti. I titoli di Stato rappresentano la maggior parte del debito pubblico.

Debito

Non esiste  un limite numerico assoluto alla sostenibilità del debito pubblico (per esempio, il 100 o 150% del PIL – Prodotto interno lordo, ovvero la ricchezza generata dall’economia di uno Stato in un anno), ma esiste un limite relativo che deriva da un certo numero di fattori/variabili e dal loro rapporto.

Inoltre la sostenibilità del debito è strettamente collegata alla credibilità e alla fiducia che i mercati finanziari hanno nelle istituzioni e nelle scelte di politica fiscale adottate dai governi.

La crescita del debito pubblico dipende solo in parte da variabili controllabili dall’esecutivo e può essere descritta da tre macro fattori:

1) Il saldo primario, ovvero la differenza fra le entrate fiscali  (il totale delle imposte e tasse) e le spese dello Stato per beni, servizi e trasferimenti (pensioni, assistenza, ecc.). Questo riflette le decisioni di politica economica. A parità di ogni altra condizione, la presenza di un saldo primario positivo tende a ridurre il rapporto debito PIL o almeno dovrebbe evitarne il suo deterioramento.

2) La differenza tra il tasso d’interesse sul debito pubblico e la crescita del PIL nominale. A parità di ogni altra condizione, tassi d’interesse più elevati portano ad un deterioramento del rapporto debito PIL, mentre un tasso di crescita elevato dell’economia porta ad una sua riduzione attraverso l’impatto sul denominatore. I tassi di interessi sono controllabili solo parzialmente attraverso la fiducia e la credibilità che il governo è in grado di dare al mercato con il suo operato.

3) Operazioni finanziarie straordinarie, come le privatizzazioni, con un effetto limitato nel tempo sull’andamento del debito pubblico, se non sono supportate da riforme strutturali.

Link per chi vuole approfondire: Sostenibilità del debito pubblico_Università Cattaneo

Il persistere di condizioni ai limiti della sostenibilità e/o di equilibrio precario riduce nel tempo l’efficacia degli strumenti a disposizione dell’esecutivo per il ritorno ad una situazione di normalità, determinando una sempre maggior dipendenza da fattori esterni.

In questo senso la situazione dell’Italia è di estrema vulnerabilità. Basti pensare  a quanto accaduto alla fine del 2011, quando ci fu un aumento dello spread  (ovvero del differenziale dei tassi dei titoli di Stato italiani rispetto ai tassi dei titoli di Stato tedeschi) il cui perdurare avrebbe determinato il default dell’Italia. Questo evento è stato scongiurato, molto probabilmente più per gli interventi della BCE che per l’azione dell’esecutivo.

Tuttavia siamo ben lontani dalla fine del tunnel, e la crisi nel frattempo ha aggravato i fondamentali dell’economia. I dati parlano chiaro.

Per visualizzare la consistenza del debito pubblico e altri dati dell’Italia: http://www.italiaora.org/

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Pubblicato da Massimo Baroni

Consulente Finanziario presso Azimut Co-Founder Unicorn Trainers Club www.unicorntrainers.it