Le obbligazioni con tasso di rendimento negativo: chi le compra e perché?

Tutti i mercati esistono perché ci sono dei venditori e dei compratori. Ma questo non basta: entrambi pensano di fare la cosa giusta!

Nel caso delle obbligazioni con tasso di rendimento negativo è facile capire le ragioni dei venditori, che avendole comperate in passato ed avendo ora la possibilità di realizzare delle significative plusvalenze decidono di venderle. Se riescono a venderle significa che ci sono dei compratori. Chi sono e che cosa spinge questi ultimi ad acquistarle sapendo fin dall’inizio che avranno un rendimento negativo, ovvero che riceveranno a scadenza meno di quanto investito?

Domanda

In questo strano mondo, per certi aspetti paradossale,  troviamo diversi personaggi:

1) al primo posto metto i trader che le comprano sperando che i tassi negativi diventino ancor più negativi e che pertanto il prezzo delle obbligazioni possa aumentare, guadagnando così rispetto al prezzo di acquisto;

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2) al secondo posto ci sono le Banche Centrali europee (con la Bundesbank in prima fila) che a seguito del QE (quantitative easing) acquisteranno i titoli del proprio Paese. In questo caso si tratta di una manovra della BCE le cui finalità sono principalmente quelle di combattere la deflazione e ritornare all’inflazione (obiettivo del 2%);

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3) coloro che gestiscono le tesorerie delle banche, i quali dovendo ogni giorno cercare di impiegare la liquidità in eccesso potrebbero in alcuni casi trovare conveniente pagare un tasso negativo di qualche frazione piuttosto che impiegare la liquidità in depositi presso la BCE che li remunera al tasso negativo del -0,20% (nella sostanza perdono di meno);

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4) poi ci sono coloro che comprano le obbligazioni con tasso negativo ma in valuta estera (esempio franco svizzero). In questo caso si spera nella rivalutazione del cambio, la quale dovrebbe più che compensare la perdita dovuta al rendimento negativo;

5) per motivi di “sicurezza” o presunta tale: qualcuno può decidere comunque di detenere titoli di Stato tedeschi, accettando un rendimento negativo, perché ritiene che il proprio capitale sia maggiormente protetto;

6) alcune categorie di investitori istituzionali, che avendo dei vincoli di investimento, si troveranno “costretti” a prendere delle decisioni difficili alla scadenza dei titoli attualmente in portafoglio;

7) coloro che non hanno ancora capito la differenza fra il tasso nominale ed il tasso effettivo dei titoli, e sceglieranno di acquistarli (sbagliando) sulla base delle cedole e non del rendimento effettivo.

Investire è semplice, ma non è facile.”  Warren Buffet

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Pubblicato da Massimo Baroni

Consulente Finanziario presso Azimut Co-Founder Unicorn Trainers Club www.unicorntrainers.it