L’equity crowdfunding è un buon investimento?

Per capire se l’equity crowdfunding è un buon investimento è necessario capire prima cos’è l’equity crowdfunding.

Si tratta di uno strumento che permette agli investitori di finanziare le startup e le piccole/medie imprese in cambio di una certa quota di capitale (equity). Gli investitori danno i soldi a un’azienda che opera in un certo settore e ricevono in cambio la proprietà di un certa quota dell’azienda. Il tutto avviene attraverso delle piattaforme web. Se l’azienda avrà successo allora il valore della quota aumenterà, se non avrà successo il valore diminuirà o si azzererà. La copertura delle esigenze finanziarie attraverso l’equitity crowdfunding avviene prevalentemente per le imprese in fase di avvio che sono alla ricerca di investimenti relativamente piccoli per far partire l’attività, mentre le esigenze finanziarie necessarie per la crescita successiva provengono normalmente da altre fonti.

Secondo l’ultima indagine della Consob (settembre 2016) gli italiani che conoscono l’equity crowdfunding sono solo il 26% e solo il 19% lo considera una possibile opzione di investimento.

Anche se ancora poco conosciuto in Italia, l’equity crowdfunding sta aumentando rapidamente la sua popolarità sia tra le startup (che difficilmente riuscirebbero ad ottenere finanziamenti attraverso i canali tradizionali) che tra gli investitori di tutto il mondo (costoro cercano alternative agli investimenti con bassi tassi di interesse e agli investimenti in azioni di aziende già quotate, per certi aspetti meno interessanti). L’equity crowdfunding non solo aiuta gli imprenditori/startupper ad avviare e far crescere le proprie aziende ma favorisce anche l’innovazione. Normalmente l’investimento avviene online attraverso dei siti web dedicati, dove le startup si sono registrate. Ecco le principali piattaforme presenti in Italia:

Equity Crowdfunding

Di solito chi investe in una startup entra nel capitale di una nuova azienda con l’idea di essere riuscito ad individuare “la gallina dalle uova d’oro”, ovvero un’azienda che cresce rapidamente di valore. Quindi si assume un rischio elevato con la “speranza” di guadagnare molto (moltissimo)!

Vediamo ora cosa dicono le statistiche.

Secondo l’Osservatorio CrowdFunding 1° Report italiano sul CrowdInvesting del Politecnico di Milano (giugno 2016) ci sono nel mondo 236 piattaforme web di equity crowdfunding, che hanno raccolto 2,56 miliardi di dollari nel 2015, contro 1,11 miliardi raccolti nel 2014, con una crescita quindi molto forte.

(Nota: l’equity crowdfunding è una delle possibili forme del crowdfunding)

Per quanto riguarda il mercato italiano, secondo uno studio dell’Università Cattolica di Milano  le piattaforme di equity crowdfunding sono 13 (oggi sono 18) e nel 2015, alla data della ricerca, avevano raccolto 2,9 milioni di euro.

Piattaforme Crowdfunding

Raccolta crowdfunding

Nel 2015 è stato condotto uno studio da AltFi e Studio Legale Nabarro che ha analizzato l’evoluzione di 367 startup finanziate attraverso i siti web di equity crowdfunding. Secondo la ricerca, 302 aziende sono ancora attive ma non è chiaro se il loro valore sia aumentato, una startup è stata acquisita da Europcar, 58 hanno continuato a raccogliere ancora soldi ad una valutazione sempre più alta, 29 aziende hanno cessato l’attività e 41 startup non risultavano raggiungibili, né per telefono né tramite i loro siti web.

Sommando le startup che hanno cessato l’attività e quelle che non risultano raggiungibili otteniamo che su 367 startup 70 hanno perso tutto il denaro e di conseguenza anche chi ha investito in esse. Utilizzando questi dati, si può stimare che il 20% delle startup finanziate tramite l’equity crowdfunding non solo non riesce a raggiungere la maturità, ma cessa di esistere. Di quelle che sopravvivono sarebbe poi necessario capire quante effettivamente riusciranno a crescere di valore e di quanto sarà la crescita. Stima assai difficile.

Quali sono i diversi tipi di rischio che gli investitori devono conoscere prima di investire in startup? Quali sono le regole del “gioco” dell’equity crowdfunding?

  1. elevata probabilità di subite perdite di valore o di azzeramento del proprio investimento.
    La maggior parte delle aziende che cercano finanziamenti tramite l’equity crowdfunding sono startup. Statisticamente, molte di queste aziende non sopravvivono nei cinque anni successivi.
  2. scarsa liquidabilità. Se si acquistano azioni di società quotate in borsa, queste si possono vendere quando si vuole. Se si acquistano quote di aziende con l’equity crowdfunding l’investimento rimarrà bloccato per anni: le quote verranno vendute/liquidate se l’azienda nella quale si è investito troverà un acquirente o se i fondatori effettueranno un riacquisto.
  3. maggiore probabilità di frode. Anche se la normativa in vigore è stata fatta per ridurre al minimo le frodi nel settore dell’equity crowdfunding gli investitori devono stare più attenti. L’Italia ha una normativa di riferimento (vedere qui). In Italia solo le “Start-up innovative” e le “PMI innovative “ possono effettuare raccolta di capitale di rischio con l’equity crowdfunding (dal 2016 anche le “startup turistiche”, le holding di investimento e gli O.I.C.R. (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) che investono in startup innovative o PMI innovative). Anche gli USA hanno recentemente aggiornato la normativa sull’equity crowdfunding.
  4. Le informazioni che vengono fornite sono meno esaustive di quelle relative alle società quotate, non c’è normalmente una serie di dati storici per fare le previsioni. Queste si basano principalmente su ipotesi spesso eccessivamente ottimistiche su crescite di fatturato elevate, basate a sua volta su un eccesso di fiducia relativamente alla bontà delle proprie scoperte/innovazioni.
  5. I diritti legali sono limitati.

Considerando tutti questi rischi, ogni decisione di investimento deve essere accuratamente studiata e attentamente considerata in anticipo. L’equity crowdfunding è una delle diverse possibili opzioni di investimento. La cosa importante da ricordate è che non ci sono garanzie. Questi investimenti, se si decide di farli, vanno fatti solo per la parte di denaro che ci si può permettere di perdere del tutto.

Esistono dei metodi per investire in startup che siano in grado di ridurre i rischi?

La risposta è si. Come per tutti gli investimenti, anche per gli investimenti in startup per ridurre il rischio è necessario diversificare. I principali metodi di diversificazione sono due:

  1. investire importi bassi in un numero elevato di startup (almeno una ventina);
  2. investire in startup attraverso un fondo che seleziona le startup.

Di quanto si può ridurre il rischio?

Sulla base di uno studio condotto da Siamo Soci (www.siamosoci.com) e Mamacrowd (www.mamacrowd.com)  i ritorni attesi nel caso di un investimento in una sola startup sono rappresentati graficamente in questo grafico (ogni rombo rappresenta un possibile investimento):

Diversificazione Equity Crowdfunding 1

 

 

Nel caso di un investimento in 20 startup a caso i ritorni attesi sono indicati nel grafico sottostante:

Diversificazione equity crowdfunding 2

 

 

Nel caso di un investimento in 20 startup selezionate i ritorni attesi sono indicati nel grafico sottostante:

Diversificazione equity crowdfunding 3

 

Come di può notare la diversificazione è molto utile, se fatta bene ancora meglio!

Riepilogando: l’equity crowdfunding è un buon investimento? Risposta: si, come ulteriore diversificazione del proprio portafoglio e a patto di sapere cosa si sta facendo.

Come sempre, per ulteriori informazioni ed approfondimenti mi potete trovare qui.

Massimo Baroni

 

Equity Crowdfunding

Pubblicato da Massimo Baroni

Consulente Finanziario presso Azimut Co-Founder Unicorn Trainers Club www.unicorntrainers.it