Cosa bolle in pentola?

Quando si parla di bolle in finanza cosa si intende?

Secondo la maggior parte delle definizioni si parla di bolla quando si verifica “un aumento considerevole e ingiustificato dei prezzi di uno o più beni, dovuto ad una crescita repentina della domanda nell’arco di un periodo di tempo limitato” (per ulteriori dettagli vedere qui).

Sulla base degli elementi della definizione possiamo ipotizzare la presenza sui mercati di diverse bolle.

Partiamo dal bitcoin. Dalla pura visione del grafico possiamo supporre, con buona probabilità, che ci possano essere dei repentini cali del prezzo rispetto al dollaro o all’euro. Ma si tratta di un “mondo nuovo” nel quale non vi è alcuna certezza che si tratti di una bolla destinata a sgonfiarsi per sempre come accadde con la sempre citata bolla dei Tulipani. Sembra invece che il vero problema siano delle infrastrutture non sufficientemente “potenti” per poter supportare l’elevato numero di  nuovi clienti e le contestuali elevatissime oscillazioni del prezzo che potrebbero far collassare i server messi a dura prova dall’incremento esponenziale del numero di operazioni.

 

 

 

 

 

 

 

E se le bolle vere fossero invece altre?

Proviamo a vedere il livello del debito mondiale.

Il debito pubblico mondiale ha raggiunto la cifra di 215.000 miliardi di dollari (per fare un confronto la capitalizzazione del Bitcoin mentre  scrivo è di 258 miliardi di dollari). Il debito pubblico è pari al 325% del Pil mondiale con un aumento del 50% rispetto al valore di 10 anni fa. Proviamo a chiederci: fino a che punto è sostenibile l’aumento del debito? Se ci dovesse essere una nuova crisi finanziaria quali potrebbero essere le “munizioni” utilizzabili  per reggere l’onda d’urto?

Di sicuro non la riduzione dei tassi (o in ogni caso molto, molto di meno rispetto a 10 anni fa), considerando che rimangono a livelli bassissimi o negativi.

Potrebbe essere emessa ancora liquidità dalle banche centrali. Ma quanta? Siamo ancora innondati da quella emessa negli ultimi 10 anni che ha letteralmente drogato il mercato dei bond.

Possiamo confidare sulla crescita delle borse mondiali?

Per il momento ancora si, considerando la buona e generalizzata crescita del PIL. Tuttavia è necessario considerare che i mercati azionari stanno facendo record su record, battendo diversi massimi storici. Fino a quando continuerà? A puro titolo di esempio guardate il grafico del Dow Jones 30 riportato di seguito.

Proviamo a dare uno sguardo al mercato immobiliare, principale causa della crisi finanziaria partita circa 10 anni fa negli Stati Uniti. Mentre nel mercato italiano il prezzo delle case è ancora oggi in calo, nonostante abbia perso oltre il 40% del suo valore negli ultimi 10 anni, in alcuni mercati, come quello americano, dopo il forte calo iniziale c’è stato il recupero. Nei principali paesi avanzati i prezzi reali del mattone hanno ormai raggiunto il livello pre crisi. Ci dobbiamo preoccupare?

Oppure ci dobbiamo preoccupare di più del livello stratosferico dei derivati?

Il valore complessivo dei derivati sul mercato globale ha raggiunto la cifra di 1.200.000.000.000.000 dollari (un milione e duecentomila miliardi di dollari !!!!!)

Conclusione: non sappiamo esattamente cosa bolle in pentola, ma l’impressione è quella di essere una rana ….

Cosa possiamo fare? Il mondo comunque non finirà, anche se scoppieranno delle bolle. La cosa più saggia rimane sempre la stessa: diversificare i propri investimenti, diversificare, diversificare ….

p.s.: so cos’ha detto Warren Buffet (uno degli uomini più ricchi del mondo): “La diversificazione è una protezione contro l’ignoranza. Non ha molto senso per coloro i quali sanno cosa stanno facendo”. Tuttavia possiamo notare che la Berkshire Hathaway,  la holding di Warren Buffett investe in oltre 100 aziende, non in una!!!

 

 

 

Pubblicato da Massimo Baroni

Consulente Finanziario presso Azimut Co-Founder Unicorn Trainers Club www.unicorntrainers.it